Giovedì 15 ottobre il nostro Ivano ci ha proposto di recarci nei dintorni di Tolfa e precisamente in località Pian della Conserva. Il nostro percorso, però, è cominciato dalla visita del Museo Civico il quale è stato aperto appositamente per noi – non essendo giorno di apertura – e inoltre abbiamo potuto usufruire dell’ingresso gratuito. Ad accoglierci c’erano due giovani rappresentanti dell’Associazione culturale Chirone, che ci hanno illustrato – divisi in due gruppi – il percorso del museo.

Le raccolte del Museo sono ospitate nel cinquecentesco convento dei Padri Agostiniani, presso il Santuario di S. Maria della Sughera. Il percorso, che parte dall’età preistorica, si basa su un criterio di organizzazione topografica e cronologica, con una particolare attenzione agli aspetti del culto e dell’archeologia funeraria. La parte più qualificante dell’esposizione è quella dedicata all’epoca etrusca, che raccoglie i principali reperti provenienti dalle necropoli della zona. Quindi si snoda attraverso l’epoca romana, medievale e moderna, mantenendo come chiavi di lettura le espressioni legati alla sfera culturale attraverso i luoghi dello spirito che tocca santuari di confine, necropoli, eremi e conventi.

Dopo la visita al Museo, una breve pausa per il caffé nella Piazza principale del Paese ci ha permesso di riaggregarci e godere dell’aria frizzantina di Tolfa. Quindi abbiamo ripreso la strada in direzione di Rota e all’altezza del Casale dell’Acqua Fredda, dove abbiamo lasciato gli automezzi, siamo giunti, in pochi minuti, a Pian della Conserva.

A ridosso di un muretto a secco abbiamo attrezzato un invitante falò per la grigliata e per fare delle ottime caldarroste. La giornata di sole e la partecipazione di quasi tutti i partecipanti alla preparazione della carne ha creato un clima molto simpatico e familiare.

Poco dopo, Ivano ci ha fatto visitare e illustrato alcune caratteristiche di tombe etrusche che si trovano nella zona. Sul pianoro tufaceo di Pian della Conserva si estende una delle necropoli etrusche più estese e meglio conosciute dei Monti della Tolfa. Dove possiamo ammirare delle splendide tombe a Tumolo chiamate anche tombe a camera, il cui nome deriva dal fatto di essere sormontate da un monticello di terra o di roccia che protegge l'ambiente sepolcrale e che, a distanza, le fa sembrare tante colline o come a Tarquinia, dicono tanti «Monterozzi ». La parte esterna, sulla quale si innalza il cono di terra, ricavata nella roccia o anche costruita con massi, si chiama usualmente « tamburo» e può anche essere ornato da modanature.

Secondo la grandezza il tumulo può contenere più tombe con più ambienti diversi. Questa tipologia di tombe appartiene al periodo iniziale della civiltà etrusca, ovvero alla fine dell’VIII-VI sec. a.C. Tipici invece del tardo periodo orientalizzante sono i grandi tumuli con volta a falsa cupola ad anelli, impostata su pianta circolare e apparentemente sorretta da un pilastro centrale (tholos).

C. Melia