La seconda uscita della stagione concordata per oggi, dopo averla rinviata causa mal tempo, è stata Piantangeli in quel di Tolfa. La giornata è stata particolarmente assolata e in alcuni momenti molto calda, pur considerando le giornate di pioggia che ci sono state in questa ultima settimana.
All’appuntamento tanti volontari, sempre con una gran carica di entusiasmo e di partecipazione che ci hanno messo tutti di buon umore!
La prima tappa, sulla destinazione da raggiungere, è stata la Grasceta dei Cavallari. Una località che in epoca Etrusca si trovava vicino al confine tra i possedimenti di Tarquinia e quelli di Cerveteri, in prossimità dei Monti Mazza e Sassicari. Qui troviamo i resti di un antico Tempio etrusco, risalente al III sec. avanti Cristo, denominato in termini moderni Santuario – data la presunta importanza che l’edificio doveva avere, in cui sono state rinvenute degli oggetti in terracotta e metallo riproducenti parti anatomiche, (ex voto) utilizzate per la pratica religiosa verso una divinità della salute purtroppo a noi ignota. In prossimità di esso un Edicola che sembrerebbe di epoca più antica e attribuita all’età arcaica.
Poco più avanti, su un altopiano da cui si domina una vista panoramica ci sono i resti di un’antica Abbazia denominata “Abbazia di Piantangeli”, risalente all'epoca carolingia - nel periodo compreso tra l'VIII e il XIV secolo, fondata per porre sotto il controllo dell'imperatore la zona a confine col ducato di Roma, quello che poi sarà lo stato pontificio. Come molti centri monastici di epoca medievale, l'abbazia sorge in posizione dominante (quota m. 498) sulla valle del Mignone, controllando dalla posizione strategica occupata le principali vie di comunicazione. Della chiesa restano i ruderi di un edificio a tre navate absidate con tre campate e quattro colonne centrali e laterali. Sono visibili, molto suggestivi, resti di mura, colonne, dell’altare ed una acquasantiera, in roccia trachitica. All'esterno si trovano i resti di un campanile quadrato.
Vicino all'abbazia sorse un borgo, attivo fino al XIV secolo, abbandonato in circostanze non ben chiarite, forse a causa della grande peste che a metà del '300 si abbatté in tutta l'Europa.
Il momento del pranzo al sacco è stato particolarmente gradevole in quanto il sole abbastanza temperato ci ha obbligato a metterci in mezze maniche. Intorno a noi piccole lucertole che si rincorrevano tra loro, insetti primaverili e persino tante coccinelle che sciamando, alcune si sono posate sui i nostri capelli e sulle nostre braccia riscaldate dal sole, con nostro immenso piacere rammentando la loro caratteristica di “portafortuna”.
Carmelo Melia